Agricoltura Smart

Fabian Karthaus è un giovane agricoltore di 33 anni nella Germania dell’Ovest, la cui formazione è però quella di ingegnere elettronico.

Da sempre, la sua famiglia ha installato ed utilizzato pannelli solari per la produzione ed il consumo elettrico della loro fattoria di Paderborn, piccola cittadina Tedesca. Fabian lavora infatti come product manager per strumentazione elettronica applicata al campo dell’agricoltura.

“Non posso sfamare la mia famiglia con i soli guadagni di 80 ettari coltivati a fagioli, grano, mais e rape” dice l’agricoltore.
Negli ultimi anni, inoltre, il clima della regione sì è fatto troppo caldo, rendendo difficile le coltivazioni, bruciate dal sole e dalla siccità prolungata.

 

Idee Innovative

“Io e mia moglie abbiamo iniziato a chiederci come avremmo potuto gestire la situazione della fattoria in maniera più intelligente”
E lì che nasce l’idea: coltivare mirtilli e lamponi al di sotto di pannelli solari traslucidi per una duplice ragione.
“Sono piante che hanno bisogno di una moderata quantità di ombra, come accadrebbe spontaneamente in natura”.

Ma non solo: i pannelli così costruiti riducono l’evaporazione dell’acqua nelle giornate più calde, lasciando la pianta ed il terreno più idratato.
“Abbiamo misurato il fenomeno. Sotto i pannelli è circa un quarto rispetto al terreno scoperto

Ovviamente, lo scopo primario dei pannelli rimane la produzione di energia elettrica, circa 750 Kw, per un totale annuo di 640,000 kilowatt/ora, grossomodo il consumo di 160 abitazioni.

Parte dell’energia viene utilizzata per alimentare i sistemi di raffreddamento per lo stoccaggio del raccolto, mentre il resto viene reimmesso in rete e venduto a poco meno di €0.06 per kWh.
Se avesse dovuto acquistare l’energia, Karthaus avrebbe pagato 0,25€ per kWh.

“E’ una situazione vincente per tutti.” commenta l’agricoltore “Possiamo generare energia verde localmente, decentralizzata e in prossimità dei luoghi in cui viene consumata”

Agrovoltaico: qui e nel mondo

In Germania questo metodo di coltivazione è già applicato per diverse colture: mele, ciliegie, patate, pomodori, cetrioli ed altri.

In Francia, un simile metodo viene impiegato nella coltivazione delle uve da vino, grazie anche all’appoggio del governo che sovvenziona gli impianti.

In Giappone, sono già 2000 gli impianti agrovoltaici.

Ma l’impianto più grande del mondo si trova nel deserto del Gobi, in Cina: 1000 megawatt di produzione e 20km quadrati di copertura. Al di sotto di questi, le coltivazioni di bacche di goji, che lentamente si stanno riappropriando di un terreno precedentemente desertico.

La sfida di domani

E’ necessario ed importante riconoscere i benefici che questo tipo di applicazioni possono portare alle colture anche nel nostro Paese.

La sfida è puntare sui benefici condivisi e sulla ricerca di soluzioni a problemi complessi, rispondendo a queste domande: Cosa può fare il fotovoltaico? Di cosa ha bisogno l’agricoltura per un’integrazione di successo?

In un certo senso, soluzioni simili non sono così distanti dalle Comunità Energetiche, che la Cooperativa si è proposta di supportare dall’inizio del 2021. Se pensiamo alla natura ed alla morfologia del nostro Canavese, un impianto agrovoltaico potrebbe essere in grado di alimentare le abitazioni di un piccolo comune, mentre più impianti dislocati nella periferia potrebbero, di fatto, operare come vere e proprie centrali “a km zero”.

 

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